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Quartieri
Il parroco Don Edy Cremonesi ha dedicato un momento di preghiera a tutti gli ospiti che non ci sono più
Un "abbraccio simbolico in una data simbolica" per la RSA Affori
Federico Russo | 5 marzo 2021

"Un abbraccio simbolico in una data simbolica". La data è quella del 5 marzo: giusto un anno fa per la "RSA Casa Famiglia di Affori" iniziò a causa del Covid un nuovo regime che inevitabilmente si sta ancora protraendo; l'abbraccio è quello che in questa stessa data un anno dopo è stato portato dal parroco di Affori Don Edy Cremonesi, con un momento di commemorazione e preghiera dedicato agli ospiti della struttura di via Faccio che se ne sono andati in questi dodici mesi. 
"Abbiamo voluto dedicare questa cerimonia - racconta il direttore Giampaolo Boldori - a tutti quelli che ci hanno lasciato, senza distinzione tra Covid e altre cause. È stato un momento molto toccante, sentito da tutti gli ospiti". Tra le privazioni rese necessarie nella RSA ci sono d'altronde anche quelle relative alla funzioni religiose. La stessa benedizione portata da Don Edy ha dovuto sottostare a delle limitazioni, con il parroco rimasto in cortile e gli ospiti affacciati alle finestre.

Nel frattempo la struttura afforese continua a portare avanti il suo lavoro in una condizione di pseudo-normalità, favorita anche dall'assenza di casi Covid che dura da mesi.  Ci sono posti liberi e c'è dunque la possibilità di rispondere a nuovo fabbisogno. Quella che manca è la presenza familiare. "Grazie a una stanza con vetrata - parla ancora Boldori - possiamo organzzare per ogni ospite un incontro ravvicinato coi parenti una volta ogni 3-4 settimane. A questo vanno aggiunte le videochiamate, almeno un paio a settimana". In tempi normali, la presenza familiare assidua è un elemento fondamentale non solo per i momenti ludici ma anche per le attività utili a contrastare la regressione cognitiva, presente in molti casi. 

 

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